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Attraverso il sublime silenzio della luce, l’artista Roberta Giuliani ci offre atmosfere sospese e oniriche, che ci guidano alla scoperta di mondi rocciosi.

Le sue opere sono finestre sulle montagne che ci consentono un viaggio sulle cime, davanti a quei panorami contemplativi dove tutto sembra muoversi lentamente e il tempo fermarsi.

Le montagne si materializzano da strati spessi di pittura ad olio che vengono applicati sulla tela. Completamente immersa nell'immagine, l’artista lavora costantemente con il pennello e la spatola fino a trovare la sua visione.

Il tema del paesaggio montano viene affrontato già all’inizio del XIX secolo, in maniera del tutto emozionale, come interpretazione poetica della realtà che avevano davanti, periodo in bilico fra un simbolismo mistico-divino di Friedrich e romantico di Turner. Giuliani ha una visione molto meno mistica e distante riguardo alle montagne; si è laureata in Geologia, la sua formazione professionale l’ha portata ad avere un rapporto intrinseco con ogni luogo rappresentato, questi paesaggi appartengono profondamente alla sua memoria.

Per tanti la montagna è sede di misteriose presenze fra il sacro e divino,  che, in fondo, ancora abitano le cime delle più belle montagne, soprattutto quando il sole al tramonto o all’alba le indora e le luci e le ombre segnano profili misteriosi.
La pittura di Giuliani esprime con grande consapevolezza questi momenti di contemplazione e di attesa.

                                                                                                         

                                                                                                         Prof. Fabrizio Dell’Arno

 

 Through the sublime silence of light, the artist Roberta Giuliani offers us suspended and dreamlike atmospheres which guide us to the discovery of rocky worlds.

Her works are windows upon mountains, which afford us a journey to their peaks, confronting us with contemplative landscapes where everything appears to move slowly and time seems to stop.

The mountains emerge out of thick layers of oil paint applied to the canvas.

The artist, fully immersed in her images, works constantly with brush and palette knife (spatula) until she realizes her vision.

Mountain landscape as a subject begins at the start of the nineteenth century, in a fully emotional mode, as a poetical interpretation of the reality facing the painter, between the mystical-divine symbolism of Caspar David Friedrich and the romantic one of J.M.W. Turner. Giuliani's vision of the mountains is far less distant or mystical: she is a geologist, and her professional training has enabled her to have an intrinsic relationship with each place she paints, these landscapes belong fundamentally to her memory.

To many, mountains host mysterious presences, between the sacred and the divine, which, in a sense, still inhabit the peaks of the most beautiful mountains, especially when the sun, at dawn or sunset, gilds them, and lights and shadows mark mysterious outlines.

Giuliani's paintings express with great consciousness these moments of contemplation and waiting.

 

                                                                                                         Professor Fabrizio Dell'Arno

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